C’è chi la considera una “dolce truffatrice” e chi, grazie a lei, ha cambiato la propria vita. Certo è che Marie Kondo ha dato origine ad una vera e propria “rivoluzione” nel modo di riordinare di milioni di persone in tutto il mondo grazie al metodo KonMari.
Classe 1984, nata a Tokyo, è stata annoverata dal quotidiano “The Times” tra le 100 personalità più influenti del 2015.
Autrice di bestseller quali “Il Magico potere del riordino” e “96 lezioni di felicità”, nonché di una serie reality su Netflix, Marie è l’ideatrice del Metodo KonMari, un sistema per riordinare al meglio gli spazi abitativi con lo scopo di riordinare la propria vita.
Ho conosciuto il metodo KonMari durante un viaggio in Giappone qualche anno fa. Ho letto entrambi i libri in meno di una settimana e, una volta rientrata a casa, ho iniziato il mio percorso di riordino durato circa 5 mesi. Il cambiamento che si è verificato nella mia casa (e soprattutto nella mia vita) ha fatto si che decidessi di certificarmi consulente del suo metodo. Aiutare più persone possibili a fare ordine ed a provare quella gioia che io stessa ho provato è diventata la mia “missione”.
Ciò che emerge sin dall’inizio è che Marie non parla di PULIZIE, bensì di RIORDINO. Sebbene possano sembrare due concetti simili hanno una differenza sostanziale: pulire significa eliminare lo sporco sulle superfici della casa, riordinare significa fare ordine tra gli oggetti che possediamo all’interno della nostra casa. Una casa riordinata è più facile da pulire. Pulire una casa piena di cose che amiamo ci da gioia.
Ma cosa si intende per Riordino nel Metodo KonMari?
Riordinare significa mettere le cose al proprio posto. Semplice a dirsi, un pò meno a farsi, soprattutto quando le cose non hanno una collocazione ben precisa.
Ecco quindi l’importanza di seguire un metodo che ci permetta innanzitutto di scegliere cosa tenere e, in seguito, di decidere dove collocare tali oggetti.
Attraverso le cernite (selezioni) delle cinque categorie del metodo (Vestiti, Libri, Documenti, Komono e Ricordi) si passa in rassegna tutto ciò che ci circonda. Fare una cernita significa raggruppare tutto ciò che appartiene alle suddette categorie e, oggetto dopo oggetto, capire se desideriamo tenerlo o se preferiamo lasciarlo andare donandolo o regalandolo ad altri.
Il fattore chiave di ogni cernita è la GIOIA: se un oggetto ci da gioia e ci fa stare bene possiamo tenerlo. In caso contrario possiamo a lasciarlo andare. Qualora un oggetto fosse indispensabile ma il livello di gioia che ci trasmette è pari a zero (penso ad esempio ad una divisa da lavoro) proviamo ad essere grati all’ uso che tale oggetto ha per noi (nel caso della divisa, ci permette di lavorare e di vivere degnamente).
Può sembrare un concetto astratto, lo so. Parlare di gioia riferendosi ad un vestito, ad un libro o ad un qualunque altro oggetto suona strano.
Per chi non lo sapesse Marie Mondo è scintoista. Secondo questa religione tutto ha un’anima e, di conseguenza, ogni oggetto trasmette un’energia che noi percepiamo sotto forma di sensazione. Se ci pensate attentamente vi sarà sicuramente capitato di sentirvi particolarmente bene quando indossate il vostro abito preferito o quando leggete un libro che vi appassiona. Al contrario avrete sicuramente in casa quell’oggetto che solo a guardarlo vi indispone (per una serie di motivi) e che non vorreste mai più vedere.
Circondarsi di cose che amiamo o di cose che poco “sopportiamo” è una nostra scelta. Quello che è certo è che vivere in un ambiente sereno e gioioso ci fa stare bene.
Desidero spendere due parole per chiarire un concetto estremamente importante che nel 99% dei casi viene travisato. Chi ha letto i libri sa che Marie usa la parola BUTTARE. Io preferisco sostituire questo termine con DONARE o LASCIARE ANDARE. Io non butto nulla se non prodotti terminati o abiti o oggetti irreparabilmente danneggiati. Tutto ciò che ho eliminato durante il mio decluttering è stato da me donato. Dare una seconda vita a qualcosa da gioia a chi la riceve ed all’oggetto stesso che riacquista la propria bellezza.
Credo non ci sia alcuna differenza tra conservare oggetti che non usiamo e dei quali non ricordiamo nemmeno l’esistenza e liberarcene. Donare ad altri cose che possono essere usate ci permette di fare spazio nelle nostre case ad oggetti che amiamo e che, semplicemente, ci piacciono di più.
Quando si “impara” a scegliere solo il meglio si inizia a farlo anche con le situazioni e con le persone che ci circondano. Non ci si accontenta più, si desidera solo il meglio per noi stessi, e si inizia a vivere in maniera più consapevole e finalizzata alla pura e semplice GIOIA.